top of page

Le megalopoli: un fenomeno di gigantismo urbano

Immagine del redattore: Maria Antonella CalàMaria Antonella Calà

La presenza di organismi urbani come le megalopoli, che intrecciano diverse forme di vivere e lavorare, innescano sempre più fenomeni di gigantismo urbano. Attualmente, nel mondo esistono 37 megalopoli, che secondo la definizione dell'ONU sono città con una popolazione di 10 milioni o più persone.

Ogni megalopoli per definizione è cosmopolita, ospita persone che sono cittadini del mondo, che veicolano motivi ed interessi universali. Nella stessa città interagiscono molteplici ed innumerevoli forme di vita e di cultura. Con il termine megalopoli si intende una vera e propria regione urbanizzata, risultato della connessione/aggregazione di più aree metropolitane caratterizzate da forti legami territoriali e funzionali.


La megalopoli è un insieme di spinte funzionali


Nelle grandi forme di insediamento, i geografi riconoscono qualità urbane molto evolute, derivanti dalla grandissima concentrazione di funzioni e azioni sempre più specializzate. Nella definizione originaria del geografo francese Jean Gottmann, la megalopoli ha una struttura polinucleare perché ciascun elemento conserva la propria individualità, tradizione storica ed economica. Per Gottmann, inoltre, questi enormi insediamenti urbani non presuppongono un continuum edificato, comprendendo al proprio interno anche aree agricole e foreste.


Per poter funzionare ci dovrebbe essere armonia, ma la megalopoli non si caratterizza per l’equilibrio e la stabilità, è piuttosto un insieme di spinte, un processo di sviluppo.

Il concetto di megalopoli è, pertanto, diverso da quello di agglomerazione, metropoli e conurbazione, soprattutto per quanto riguarda la dimensione del continuum costruito: la megalopoli è un fenomeno territoriale che si organizza secondo una chiara e definita separazione funzionale del lavoro secondo una forma capitalistica e tecnologicamente avanzata.


La cultura della città


Il sociologo e urbanista americano Lewis Mumford, nel 1938 ha utilizzato nel suo libro La cultura delle città il termine megalopoli per indicare il primo passaggio dello sviluppo abnorme, inteso come causa del declino della città. Il pensatore considerava l'architettura alle fondamenta della società, dal momento che il pensiero prende forma nella città e, al contempo, l'urbanismo lo condizionano.

L'urbanista intravedendo l'identificazione tra i modi di progettare e le forme di governo, nello specifico la coincidenza tra progettazione e democrazia, sosteneva che:


La funzione principale di una città è di trasformare il potere in strutture, l'energia in cultura, gli elementi morti in simboli viventi di arte, e la riproduzione biologica in creatività sociale.

Si ingenerano problemi quando la città cessa di essere un simbolo di arte e ordine diventando espressione di disuguaglianze sociali, i problemi di mobilità, la sovrappopolazione, la criminalità, l'inquinamento, in sostanza di disintegrazione sociale, che conserva la grande concentrazione di risorse economiche e umane, il dinamismo dell'ambiente culturale e sociale sempre in fermento, ma perdendo l'equilibrio tra l'aspetto ecologico e quello sociale.


Comments


ubi?

Il webzine

di Archcelerator Aps,

una realtà poliedrica

di ricerca sulla valorizzazione sociale, culturale, architettonica, artistica,

sulla rigenerazione urbana e strutturale della società.

Così gli articoli vengono da te.

  • Facebook
  • Instagram
Celerator (1).png

Vuoi dirci qualcosa?

© 2023 by Archcelerator Aps

bottom of page