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I MEROVINGI - Maestri dell'arte orafa e delle tecniche di decorazione

Immagine del redattore: Noemi CalàNoemi Calà

Nell'articolo precedente si è parlato di come i merovingi seppellissero i corpi con l'abbigliamento completo e di come grazie a questa usanza siamo riusciti ad avere delle piccole testimonianze di quello che era l'abbigliamento merovingio. L'arte merovingia era promossa dai regnanti e dall'aristocrazia dei Franchi ed oggi ci concentreremo sull'espressione artistica dei merovingi nell'ambito dell'oreficeria.


Nonostante sia poco documentata, l'arte merovingia, offre un ventaglio ricco di manufatti artistici che vanno dall'architettura, alla scultura, all'abbigliamento e soprattutto all'oreficeria.


Partiamo con le curiosità! I merovingi seguirono molto le mode vestiarie precedenti, ma con un confezionamento più fine. La veste più importante per gli uomini erano le cosiddette gonnelle: tuniche lunghe sino al polpaccio, confezionate in lino e con l'orlo ricamato, strette in vita dalla cintura e le si indossava con brache di lunghe diversa, assicurate da fasce per le gambe.


Di recente è stato scoperto un esempio di abbigliamento femminile regale merovingio nelle chiesa di Saint-Denis a Parigi. Si pensa sia appartenuto a una regina del VI secolo, che era stata seppellita con una tunica di sottile tela di lino, sulla quale indossava una veste aperta e con ampie maniche, di seta come il mantello color violetto. Un lungo velo le arrivava sino alla vita ed era fissato alla veste da una fibula d'oro, infine, le scarpe erano fatte di cuoio nero.


L'arte orafa ai tempi dei merovingi


Ora, sembra inevitabile, dopo aver parlato qualche articolo fa dei bizantini e dei loro splendidi gioielli, chiedersi come si presentavano quelli dei merovingi. Difatti, gli esemplari di gioielli e di accessori sono più numerosi di quelli di abbigliamento. I merovingi utilizzavano due forme principali nella lavorazione orafa: fermagli e fibbie, che ricordano molto il modo di vivere dei loro antenati bizantini. Le tecniche più utilizzate dai merovingi per realizzare i gioielli erano la della fusione a cera persa - per il bronzo, l'argento e l'oro - e la fusione a stampo, per oggetti che venivano realizzati in serie.


Ma le tecniche in cui i merovingi furono dei maestri insuperabili erano quelle della rifinitura e della decorazione, utilizzando ricercati procedimenti di pulitura, spianatura, placcatura, cesellature, stagnatura del bronzo, doratura al mercurio, niello. A tali sofisticati metodi si aggiungono i lavori ad agemina, a filigrana, la granulazione, il cloisonnée (tecnica della pittura a smalto, che consiste nel preparare sul metallo di fondo, fissatovi con saldatura, una serie di compartimenti - detti cloisons - che seguono il disegno delle figure e i loro contorni) e le lavorazioni di intarsi metallici e di incastonature di pietre.


Recenti ritrovamenti di gioielli dell'arte merovingia


I temi decorativi rivelano influenze non solo bizantine, ma anche celtiche. Il gioiello più popolare era la spilla ad uccello, rinvenute in Italia, Spagna e Francia. L'influenze bizantine si notano dall'incastonatura sia delle pietre preziose che degli smalti.


Negli ultimi tempi, in Inghilterra con la scoperta del tesoro di Sutton Hoo, che attualmente si trova al British Museum di Londra, si è aperta la possibilità di ammirare due dei pezzi più pregevoli dell'arte orafa dei merovingi: un enorme fermaglio per la spalla con un complesso disegno a scacchiera in smalto blu e rosso e una fibbia d'oro per cintura lavorata a niello. Si pensa che tutto questo appartenesse al re anglosassone di Mercia nel VII secolo.

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